Spazi di libertà e di bellezza

Com’è tradizione fin dal primo numero, nato con don Giuseppe Caselli nel 1971, il giornalino parrocchiale si è sempre occupato delle tematiche più disparate che riguardano il Borgo ed è stato sempre un luogo in cui i fedeli e i cittadini potevano, con tanta semplicità, esporre le proprie considerazioni. Io, con il numero 30 del 2017, ho semplicemente continuato questa tradizione.

Nel numero 31 abbiamo fatto una analisi del voto nel territorio della nostra parrocchia e parlato dell’emergenza mafie; nel numero 33 abbiamo parlato della strada statale 148, nel presente numero ospitiamo un articolo che espone i “Patti di collaborazione”.

Tutti i testi sono stati scritti da fedeli o cittadini del Borgo e tutti parlano di aspetti rilevanti per la nostra comunità: il voto è una espressione importante di responsabilità civile; la mafia è un cancro che purtroppo si affaccia con sempre maggior forza nella nostra pianura pontina; la cattiva manutenzione e l’inadeguatezza della strada statale 148 ad accogliere un traffico che sta diventando sempre più sostenuto, fa sentire i suoi effetti negativi anche sulle aziende che sono presenti nel nostro territorio; una buona collaborazione con l’Amministrazione comunale è sicuramente di giovamento per il benessere della popolazione.

Il nostro compito non è sposare le tesi di questi articoli, ma suscitare un dibattito ed una presa di coscienza sui problemi affrontati. Per vivere da bravi cittadini nella “Patria celeste”, bisogna esserlo anche nella “patria terrena”: la Bibbia afferma con chiarezza questo aspetto, in modo particolare i testi profetici dell’Antico Testamento e gli scritti paolini nel nuovo testamento.

Sono molto felice che questa “apertura mentale” sia presente nella nostra comunità e mi stupisco del fatto che, al di fuori del nostro Borgo, ci sia chi, abituato alla cultura del “pensiero unico”, fa fatica ad accettare la bella pluralità di sensibilità e visioni che nella nostra semplicità esprimiamo. È triste vedere che anche nel “piccolo quotidiano” persone intorno a noi sposano il malcostume di molti gruppi politici: delegittimare chi non la pensa come te. Questo modo di fare è un effetto collaterale della cattiva cultura del ’68, come ebbe modo di analizzare Pier Paolo Pasolini nella raccolta di articoli pubblicata postuma, dal nome “Scritti corsari”; tale stile ha infettato la gran parte (o totalità) dei partiti dell’arco costituzionale divenendo un fatto di costume e purtroppo si sta lentamente diffondendo come una piaga anche tra il popolo.

Pertanto mi sembra proprio insensato accogliere l’“inutile e gratuita acredine” anche nel nostro giornalino: già bastano le “tossine” che con abbondanza vengono diffuse intorno a noi.

Per quanto possibile, cerchiamo di difendere quei pochi spazi di libertà e di bellezza in cui poter esprimere dei pensieri; ne avranno giovamento i nostri figli e nipoti.

 Don Livio

 

8 febbraio 2020, Amministratore