Nel giorno della Memoria ricordiamo don Armando Alessandrini

Don Armando Alessandrini

Il 27 gennaio tutto il mondo celebra la Giornata della Memoria per ricordare l’olocausto di milioni di ebrei ad opera dei nazisti e l’opera umanitaria di coloro che, a rischio della propria vita, cercarono di salvare da morte sicura più persone possibili, e che furono insigniti per questo del titolo di ‘Giusti fra le nazioni”. Fra essi con piacere annoveriamo anche don Armando Alessandrini, che è stato parroco a Borgo Podgora dal 1939 al 1941.
Compiuti i primi studi, entrò nella Congregazione dei Salesiani di don Bosco e fu ordinato nel 1930. All’attività pastorale accompagnò quella di professore di lettere negli istituti che avevano anche una scuola; inoltre insegnò religione nelle scuole statali. Fu negli istituti di Terni e di Macerata, occupandosi dei rispettivi oratori. Nel 1939 fu inviato a Littoria come responsabile della comunità religiosa salesiana presente nella parrocchia di S. Marco, retta da don Carlo Torello. Promosse il decollo delle attività parrocchiali e soprattutto dell’oratorio. Collaborò anche con il parroco e con il vescovo ausiliare di Velletri monsignor Salvatore Rotolo (Salesiano come lui) alla soluzione del problema dell’assistenza religiosa ai borghi con clero stabile. Nel maggio 1940 fu rimosso dall’insegnamento di religione nell’Istituto tecnico e dall’incarico di cappellano della 12a legione delle camicie nere di Littoria. All’origine del provvedimento vi era la diffidenza e l’ostilità delle autorità fasciste preoccupate per le crescenti adesioni giovanili, per l’impiego pedagogico dello sport e del cinema, per l’atteggiamento non bellicoso.

Al termine di un braccio di ferro con le autorità fasciste, i superiori salesiani ritennero di cedere e di trasferirlo da Littoria. Tuttavia soprassedettero perché il vescovo castrense riuscì a far revocare dalle autorità fasciste i provvedimenti contro di lui. Restò a Littoria per due anni ancora, sottoposto a vigilanza dalla questura, che ne controllava la predicazione, ritenuta pacifista, ma poi fu trasferito all’Istituto Pio XI di Roma con l’incarico di prefetto, cioè, amministratore-economo.

Ivi si distinse particolarmente, dopo l’8 sett. 1943, per l’accoglienza prestata a chi aveva bisogno di protezione ed accoglienza, compresi soprattutto una settantina di ragazzi ebrei. A tale scopo mise in atto ogni genere di espediente per riuscire non solo a dissimulare tale attività, ma anche a procurare ciò che era necessario per alimentare tanta gente: «Nous n’avons fait que notre devoir», disse il 22 giugno 1944 al rabbino cappellano dell’esercito francese che lo ringraziava. Per questa attività nel 1956 e nel 1957 la comunità ebraica di Roma gli conferì un attestato di benemerenza e nel 1997 gli fu conferito il titolo di «giusto tra le nazioni». Nel dopoguerra fu dapprima prefetto dell’Istituto salesiano Villa Sora di Frascati, dove si distinse nell’opera di ricostruzione, riorganizzazione e rilancio anche ricorrendo a operazioni che in qualcuno destarono qualche perplessità. Poi fu nella casa noviziato di Gaeta e, infine in quella di Genzano di Roma, dove poté finalmente dedicarsi soltanto alla sua opera di educatore religioso dei giovani e di insegnante di lettere.

26 gennaio 2024, Amministratore